Succulente mon amour! Le specie resistenti al freddo.

Cosa si intende per piante succulente?

Con il termine succulente non si fa riferimento a una famiglia botanica ma a un raggruppamento. Vi sono incluse tutte quelle piante caratterizzate da fusti o foglie carnosi che immagazzinano l’acqua e che appartengono alle famiglie più disparate. Succulenta è sinonimo di pianta grassa. 

Quando si parla di piante grasse la mente vola alle Cactaceae (i cactus) che, a buona ragione, sono incluse in questo raggruppamento.

In questo articolo, però, non parlerò di cactus ma di altre succulente. In particolare di quelle specie che resistono meglio all’aperto, a temperature invernali rigide, tipiche delle regioni del nord Italia e di tutte le zone più interne e montane, non litoranee.

Succulente resistenti al freddo

Molti pensano che le succulente possano essere coltivate solo in appartamento. Non è così. Anzi, molte di esse hanno bisogno di escursione termica giorno/notte o di periodi di freddo per stare bene e regalare belle fioriture.

  • Tra le succulente più resistenti al freddo (anche sotto i -20°) ci sono le piante alpine molto conosciute in Italia e di facile coltivazione: i Sempervivum. Forse non conoscevate il loro nome ma sono così diffusi che probabilmente li state già coltivando sul vostro balcone. 
  • Altre specie sono meno conosciute ma comunque abbastanza diffuse, come i Sedum, ottime piante da giardino e da vaso, rustiche fino a -20°.
  • Aloe, Agave e Haworthia fasciata possono tollerare temperature intorno a -10° per brevi periodi.
  • Anche il Graptopetalum paraguayense si adatta perfettamente alle condizioni climatiche delle città del nord Italia e resiste a temperature sotto lo 0.
  • Infine, esistono alcune Euphorbia succulente ed Echeveria che, con le dovute precauzioni, resistono bene fino ai 5° e sopportano, per brevi periodi, punte intorno e sotto allo 0.
Euphorbiaceae succulente in vaso. Con un terreno perfettamente drenato e asciutto, in posizione riparata e soleggiata, resistono a basse temperature.

Le regole fondamentali per le vostre succulente all’aperto, in inverno 

  • La prima regola universale, adatta a tutte le succulente nei periodi in cui sono esposte a basse temperature invernali, è un terriccio ben drenato, mantenuto asciutto, riducendo al minimo le innaffiature.
  • Per la maggior parte di succulente e per tutte quelle prese in considerazione in questo articolo, qualche ora di sole diretto ogni giorno, durante l’inverno, è più che apprezzata.
  • Teniamo conto dei microclimi: spesso un terrazzo protetto ed esposto a sud, anche quando le temperature scendono verticalmente, mantiene una temperatura più elevata.
  • Attenzione alle gelate. A parte i Sempervivum e i Sedum, che sono estremamente rustici, tutte le altre succulente possono patire le gelate. Mantenendo il terreno perfettamente asciutto già si scongiurano molti problemi legati a questo fenomeno tipico delle regioni settentrionali. Eventualmente, se fossero previsti forti abbassamenti delle temperature in presenza di una forte umidità dell’aria, consiglio di coprire con tessuto non tessuto le succulente più sensibili (Aloe, Agave, Haworthia) e di ritirare in serra o veranda Echeveria ed Euphorbia.

Le caratteristiche delle migliori succulente adatte al freddo: le Crassulaceae

La famiglia forse più interessante e adatta alle basse temperature è quella delle Crassulaceae, alla quale appartengono i sopracitati Sempervivum, Echeveria, Graptopetalum e Sedum.

  • I Sempervivum sono piante alpine, quindi perfettamente adatte a condizioni di forte escursione termica giorno/notte, e a repentini abbassamenti delle temperature fino ad arrivare a condizioni per altre piante proibitive. La pianta è formata da una rosetta centrale composta da foglie carnose che ricordano le squame di un rettile.  

Restano in attesa, talvolta sotto la neve, dei primi tepori primaverili e regalano affascinanti fioriture. La pianta si riproduce tramite stoloni laterali che danno vita a nuovi piccoli individui in tutto identici alla pianta madre. Purtroppo dopo la fioritura la rosetta di foglie, che ha prodotto l’infiorescenza e i semi, muore ma la pianta ha già prodotto nuovi individui che le permetteranno di continuare a vivere.

I Sempervivum sono veri e propri campioni della resistenza al freddo. Tollerano oltre i -20° se in terreno ben drenato e asciutto.
  • Il Graptopetalum paraguayense invece possiede l’affascinante qualità di poter dar vita ad un altro individuo a partire da una delle sue foglie carnose. L’attaccatura delle foglie al fusto infatti è piuttosto fragile e non è raro che esse si stacchino cadendo al suolo. Ognuna di queste foglie produrrà radichette utili allo sviluppo di una nuova piantina. È molto semplice riprodurla; sarà sufficiente un buon terriccio drenato in un nuovo vaso che andrà posizionato a mezz’ombra, qualche vaporizzazione del suolo con acqua e un po’ di pazienza. La specie G. paraguayense tollera le basse temperature mentre altre specie come G. bellum o G. macdougallii preferiscono inverni miti, tipici delle coste.
Piantina di Echeveria formatasi da una foglia radicata.
  • Anche le Echeveria si possono riprodurre nella stessa maniera del Graptopetalum anche se in generale preferiscono temperature più elevate. Fino ai 5° in posizioni riparate e soleggiate resistono bene, mentre iniziano a patire quando le temperature diminuiscono, soprattutto in presenza di forte umidità dell’aria. Sono comunque piante montane e collinari che apprezzano le escursioni termiche giorno/notte. 

E. setosa, E. cuspidata sono particolarmente adatte ai climi del nord Italia. Un’accortezza: amano il sole del mattino ma non quello eccessivamente caldo delle ore centrali in estate. Quindi meglio posizionarle alla mezz’ombra.

  • I Sedum sono magnifiche piante da giardino o da vaso per il vostro terrazzo. 

Vanno divisi in due grandi gruppi: i Sedum coprisuolo a fioritura primaverile e i Sedum eretti a fioritura autunnale che chiameremo qui con il loro sinonimo: Hylotelephium.

Sono tutte piante dalla grande tolleranza alle basse temperature. Alcune di esse, come nel caso degli Hylotelephium, durante il periodo invernale perdono la loro parte aerea svernando in piccole rosette basali a livello del suolo. Nel caso di questa specie conviene tagliare il fusto alla base, una volta che si è seccato, per agevolare lo sviluppo delle nuove foglie basali. Rimarranno spogli per appena due mesi ma regaleranno alla fine dell’estate o in autunno svettanti infiorescenze, come quelle di H. sieboldii, H. spectabile“Matrona”, H. spectabile “Elsie’s Gold”.

I Sedum  spectabile “Elsie’s Gold” (Hylotelephium “Elsie’s Gold”) svernano a livello ipogeo e basale, perdendo la parte erbacea e le alte infiorescenze in inverno. Ma resistono bene a temperature bassissime.

I Sedum coprisuolo invece sono per lo più sempreverdi e fioriscono in primavera/estate. Hanno una forma decisamente più discreta ma si sviluppano velocemente dando vita ad ampi cuscini. Perfetti per il giardino roccioso o per muretti a secco.

Bellissime le infiorescenze di S.aizoon var. aurantiacum, S. hispanicum, S. palmierii.

Tutti i Sedum sono interessanti per la forma e il colore delle foglie.

Non sottovalutiamo il fascino di spine, aghi apicali e foglie dentate

Per finire dedico qualche parola alla bellezza di alcune succulente che vengono normalmente coltivate in fascia litoranea, ma che si sono rivelate adattabili anche a climi più rigidi delle zone interne. È meglio coltivare in vaso le seguenti specie, per gestirle meglio sia rispetto alle irrigazioni che alle cure da rivolgere loro in caso di eccezionali periodi di gelo prolungato.

  • Alcune specie di Aloe si adattano agli inverni rigidi delle regioni settentrionali e interne del nostro paese. La regola fondamentale è sempre quella di posizionarle in luogo luminoso, in terriccio ottimamente drenante, e ridurre al minimo le irrigazioni nel periodo più freddo. In particolare Aloe polyphylla, originaria delle alte montagne del Lesotho, che in natura è a rischio estinzione, è una specie abituata a periodi di freddo intenso, e può tollerare temperature fino a -12°. 

Anche la conosciutissima Aloe vera, dalle belle foglie carnose e dentate, può resistere a punte che si avvicinano allo 0, per brevi periodi e se posizionata in luogo riparato e luminoso. Quando la pianta inizia a virare dal verde al rosso, significa che le foglie stanno risentendo di temperature gelide troppo prolungate. In questo caso potete ritirarla in serra fredda o nel vano scale o ancora imballarla con tessuto non tessuto.

  • Alcune specie di Agave tollerano il freddo anche intenso (fino a – 12°) come nel caso di A. americana, A. parryi, A. victoriae-reginae. 

Una su tutte è una vera campionessa, sempre se coltivata con tutte le attenzioni rispetto al drenaggio del terreno: Agave filifera. È una pianta che diventa alta e larga appena 60 cm al massimo del suo sviluppo, indicatissima per la coltivazione in vaso in posizione luminosa e esposta al sole per almeno una parte della giornata. Prende il nome dai filamenti bianchi ai margini del fogliame verde oliva. La foglia termina in un ago bruno rosso. Difficilmente giunge a fioritura se coltivata al nord.

  • Certe Euphorbiaceae succulente possono adeguarsi a posizioni riparate e soleggiate per buona parte della giornata anche al nord (non litoraneo) e nelle zone montane e interne. Ovviamente vale sempre la regola di mantenere il terreno il più possibile asciutto nei periodi più freddi. Oltre a fusti carnosi e spine notevoli il grande fascino delle Euphorbia sta nella loro infiorescenza altamente specializzata detta ciazio.

Una specie spinosa molto diffusa per la bellezza del suo fiore è Euphorbia milii, detta anche Corona di Cristo. Sulla carta questa pianta, originaria del Madagascar, non tollera temperature inferiori a 10° sopra lo zero. Sul mio terrazzo esposto a sud, particolarmente soleggiato, ma comunque freddo nelle notti autunnali e invernali, vive bene, spogliandosi in parte dalle foglie, fino ai 5° e tollera un paio di notti anche intorno allo 0. Quando le temperature notturne si stabilizzano al di sotto dei 4°o 5° la ritiro in serra fredda. Questo trattamento stimola magnifiche fioriture per quasi nove mesi l’anno ed è ormai consuetudine da quattro anni a questa parte.

Euphorbia milii possiede fiori costituiti da ciazi circondati da brattee bianche che ricordano petali. Tollera fino a 10° poi è meglio ripararla in serra fredda.

Anche l’Euphorbia horrida (e la sua stretta parente E. polygona)  è una specie particolarmente resistente al freddo e può essere coltivata all’aperto laddove le gelate notturne non sono troppo frequenti. Comunque può tollerare temperature inferiori a -4 ° C (-10 ° C se le radici sono mantenute completamente asciutte).  La forma della pianta nelle sue varietà vivaistiche è estremamente variabile. La specie botanica che cresce in natura è formata da fusti cilindrici spinosi, dalle profonde coste laterali.

Alcune Euphorbia succulente tollerano temperature intorno ai -4° per brevi periodi.

Accostamenti arditi

A me piace accostare piante succulente ad erbacee dal portamento leggiadro, in grandi vasi in cotto, sul mio terrazzo. Così Graptopetalum cinerei spuntano eleganti tra le foglie verdi e sottili di Festuca amethystina e i fiori labiati e arancioni di Agastache aurantiaca “Tango”. Sedum palmieri fa capolino ai piedi di una Salvia somalensis e a fianco di un Alyssum maritimum. Anche le infiorescenze dei miei Sedum “Elsie’s Gold” svettano tra le foglie di Stipa tenuissima e di Viburnum lantana. 

Sedum spectabile “Elsie’s Gold” inserito tra le grandi foglie di Salvia argentea, le lunghe foglie di Crocosmia e i leggeri fiori bianchi di Alyssum.

Le erbacee o le arbustive dalle forme più leggere spezzano il portamento talvolta rigido delle succulente.

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2 risposte a “Succulente mon amour! Le specie resistenti al freddo.”

  1. Bravo!!! Sei un grande esperto e un formidabile divulgatore!!! Riesci a comunicare e stimolare la passione x le piante. Grazieee!!! 😊🤗

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