Buone pratiche per un giardinaggio sostenibile: l’acquisto delle piante

“Cosa posso fare io in pratica, con le mie azioni, per generare un’inversione di tendenza su cambiamento climatico, inquinamento ed eccessivo sfruttamento delle risorse naturali?”

Questa domanda mi ha accompagnato a lungo, fino a che non ho capito che la risposta non poteva arrivare dall’esterno. L’avrei dovuta trovare dentro la mia attività lavorativa, oltre che nelle scelte di vita quotidiana.

Così è nata Filosofia Vegetale dieci anni fa, come risposta all’annosa domanda che continuavo a pormi. Ho iniziato a fare scelte sostenibili da un punto di vista ambientale già quando lavoravo come giardiniere manutentore. Oggi non mi occupo più di manutenzioni ma lavoro sempre con le piante, negli allestimenti di terrazzi e giardini, nella progettazione e nel tutoraggio, aiutando i miei clienti a diventare indipendenti nella gestione delle proprie piante. Anche in questo modo posso compiere scelte che non incidano negativamente sul bilancio ambientale.

Ho pensato di tenere una rubrica su questo blog. Parte oggi e si chiama “Buone pratiche per un giardinaggio sostenibile”. Premetto che, in quanto esseri umani, ogni nostra attività ha un impatto ambientale. Non ho la presunzione di essere un purista nei suggerimenti che offro, ma desidero dare delle indicazioni di massima che io in prima persona mi diverto a seguire nella mia attività, per cercare di minimizzare l’impatto del mio lavoro a livello ambientale.

L’acquisto delle piante

Comprate piante da vivaisti produttori vicini al luogo in cui abitate.

Questo potrebbe sembrare un gesto semplicissimo ma, a ben guardare, molto spesso acquistiamo, senza nemmeno pensarci, in grandi Garden Centre, Supermercati, o grandi magazzini. Non abbiamo idea del luogo in cui siano state prodotte le piante che abbiamo acquistato, di quanti chilometri abbiano fatto su strada e di come siano state trattate in questo loro percorso. Succede così che spesso, per quanto resilienti, le piante che abbiamo portato a casa siano “stressate” e inizino presto a manifestare problematiche.

Individuare un vivaista produttore non è sempre immediato. Leggendo riviste specializzate o facendo delle ricerche su internet ci si può informare meglio. Al fondo di questo post troverete alcuni consigli.

 

Perché acquistare piante da un vivaista produttore vicino a casa propria può essere un gesto di giardinaggio sostenibile?

1) Prima di tutto parliamo di piante. Le piante sono esseri viventi e non oggetti. E’ vero che resistono abbastanza bene a spedizioni e trasporti, se accuratamente imballate e protette, ma con la grande distribuzione vengono lasciate molto tempo in stallo in luoghi non adatti, e questo provoca uno stress che solo “dopandole” si può mascherare. Quindi acquisteremmo piante prodotte a distanza, costrette a viaggiare, cariche di concimi e anticrittogamici.

Una vista della fase produttiva presso il Vivaio Ciancavaré in provincia di Imperia. Nella produzione e crescita delle piante questo vivaio non utilizza alcun prodotto chimico.

Invece, le piante che sono cresciute e si sono sviluppate nello stesso clima e nello stesso ambiente in prossimità del luogo in cui vivete, dal vivaista dietro l’angolo, sono organismi estremamente adatti ad essere messi a dimora proprio lì. Lo stress di un breve trasporto fino a casa, del nuovo posizionamento in vaso o della messa a dimora in piena terra,  è minimo, e la pianta sarà con ogni probabilità più robusta, sana e longeva.

2) In secondo luogo, mi sta a cuore il concetto di km 0, del quale riconosciamo tutti il valore, soprattutto in relazione al prodotto alimentare. Siamo meno abituati a ragionare in questi termini rispetto alle piante ornamentali, ma i motivi della scelta sono assolutamente gli stessi. Solo che le piante ornamentali non finiscono nel nostro apparato digerente.

Acquistare piante presso vivaisti specializzati che le coltivano vicino a casa vostra è un gesto che produce meno inquinamento e minor trasporto su ruote.

Io dico: Olanda? No grazie! Lo so, sono provocatorio. Ma la situazione è questa: il mercato florovivaistico europeo è per lo più gestito dalla potenza olandese (vi ricordo che in questo articolo non parlo del fiore reciso, ma di piante ornamentali in vaso) e per le piccole realtà è difficile non acquistare proprio da questo bacino perché è concorrenziale a livello economico. Per cui la norma è che supermercati e grandi magazzini vendano solo piante importate. Molte piante vengono importate anche da altri paesi a prezzi concorrenziali, per cui può succedere che anche un Garden Centre o un piccolo vivaio vicino a casa non commercino quasi piante prodotte in loco. E’ una questione di soldi, per chi vende, ma non tanto per noi che acquistiamo. I prezzi di una pianta in vivaio specializzato produttore non sono molto diversi da quelli di un Garden Centre.

Foto di campi di tulipani in Olanda. Foto di Marne Wohlfert.

Dire “Olanda? No grazie!” per me è dare valore ai nostri produttori locali, piccoli o grandi che siano, che si impegnano nella riproduzione, nella crescita e nella diffusione di piante ornamentali, spesso in varietà ricercate e interessanti che non si trovano altrove (leggete: biodiversità), e che lo fanno proprio lì dove viviamo noi.

Inoltre, ricordiamoci che è per gli intensi scambi commerciali di piante che avviene la cosiddetta “globalizzazione dei parassiti”, ossia che ci ritroviamo nell’orto e nel giardino insetti mai visti prima, e che combattiamo con metodi non molto sostenibili.

3) Un motivo importante per me nella scelta del vivaista produttore è quella di incentivare lavoro ed economia locale. Dare i nostri soldi direttamente al produttore gli permette la sopravvivenza professionale, e quindi una selezione, una ricerca e una produzione specializzate per offrire piante di qualità. Non ci sono intermediari, non c’è grande inquinamento, non c’è grande trasporto su ruote. Infine, i soldi rimangono in un circuito locale, portando ricchezza diffusa. I vivaisti che producono in Italia per me sono dei super-eroi. Vanno premiati e conosciuti.  Per questo mi impegno a segnalarli spesso nei miei blog post.

4) Se acquistiamo da un produttore, da un vivaista specializzato, avremo la grande fortuna di conoscere chi ha seguito la pianta dalla sua nascita al momento in cui la vende, per questo possiamo usufruire delle sue competenze, facendo domande su come possiamo curare le nostre amate amiche verdi. A tutti gli effetti riceviamo brevi consulenze gratuite al momento dell’acquisto e sapremmo a chi rivolgerci se la pianta dovesse avere dei problemi.

Sempre chiedendo consiglio al vostro vivaista di fiducia, non farete scelte impulsive nell’acquisto delle piante perché vi consiglierà piante adatte a terreno, esposizione, caratteristiche climatiche di casa vostra. Magari vi siete innamorati di un Hibiscus moscheutos, dai grandi fiori sgargianti, ma questa specie è amante dei terreni umidi e voi avete un giardino caratterizzato da terreno sabbioso, molto drenante, alcalino. Certamente questo Hibiscus preferirebbe un terreno più umifero, presso le rive di un laghetto per sviluppare le proprie radici nei pressi dell’acqua. Molto meglio indirizzare la vostra scelta su di un’altra specie, simile per rusticità e dimensione dei fiori, come l’Hibiscus laevis più adatto ad un terreno sciolto e drenato. Risparmierete acqua e la pianta crescerà sana e baldanzosa, poiché è perfetta per le condizioni del vostro giardino.

Un angolo dell’Azienda Agricola Maurizio Feletig ad Arignano (TO). Questo vivaio è specializzato nella produzione di rose antiche e botaniche ed arbusti da bacca.

Mi permetto di darvi un suggerimento: provate a favorire vivaisti che curano e producono piante con un basso impatto ambientale. Trovo che questa sia una piccola sfida in più che possiamo porci. Chiedete al vivaista come cura le sue piante e scegliete il produttore che afferma di vendere piante cresciute nel modo più naturale possibile, ossia chi ha deciso di utilizzare il meno possibile anticrittogamici, antifungini, facendo interventi mirati e a basso impatto.

Anche in questo caso, non siamo intransigenti! Il lavoro del florovivaista è duro e qualche trattamento preventivo per scongiurare malattie che rendono la pianta invendibile, bisogna effettuarlo. Ma c’è chi sceglie di contenere queste pratiche tenendo sotto continuo monitoraggio le proprie piante.

Hibiscus rosa-sinensis in un giardino privato in Liguria.

Conclusioni giardiniere

Forse vi sembrerò un po’ estremo nelle mie scelte, ma cerco ormai da dieci anni di sostenere un modo di fare giardini che sia davvero a basso impatto. Questo per contenere il danno, con sensibilità verso l’ambiente e anche con rispetto del mio lavoro e quello di tutti i miei colleghi che lavorano nel mondo del giardinaggio.

Anche a me è capitato di acquistare, per contingenza e necessità, piante non prodotte localmente, anche se da tempo faccio molta attenzione a non favorire il grande commercio. Non bisogna sentirsi in colpa ma può essere una buona pratica almeno essere informati e provare ogni tanto l’esperienza del vivaio locale. Ne rimarrete piacevolmente sorpresi! E una volta che si inizia non c’è più paragone. Mai più senza piante local!

Qualche nome di vivaista produttore 

Vi segnalo alcuni vivai produttori che ho conosciuto personalmente e di cui conosco il lavoro.

Azienda Agricola Maurizio Feletig (rose antiche e arbusti da bacca) Torino

Erbaio della Gorra (erbacee perenni e graminacee) Torino

Vivaio Ciancavaré (salvie da fiore ed erbacee mediterranee) Imperia

Il peccato vegetale (Erbacee perenni e piccoli arbusti) Monza/Brianza

Il posto delle margherite (erbacee perenni e graminacee) Lucca

Vivaio Malvarosa (gelsomini, pelargoni) Catania

 

 

 

 

 

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4 risposte a “Buone pratiche per un giardinaggio sostenibile: l’acquisto delle piante”

  1. Stavo per acquistare la pianta che ho visto in un parco, su Ebay! Poi ci informi dell’esistenza di vivai vicino casa che producono, cosa per nulla scontata. Io in provincia di Imperia ho visto morire negli ultimi 30 anni tante aziende di vivaisti-produttori, pensavo fossero rimasti ormai solo i rivenditori.
    Andrò a fare un pellegrinaggio al vivaio che hai segnalato “vicino” a casa mia, senza ricercare un particolare oggetto del desiderio, forse tornerò dal viaggio con un nuovo nato, forse solo con una bella esperienza. Esperienza che potrebbe contribuire a farmi desiderare prima, e realizzare poi, una vita vegetale nel mio grande terrazzo che richieda meno acqua in estate.
    Grazie

    1. Ciao Mauro,
      sicuramente dalle tue parti puoi trovare la Dasylirion da Cactusmania a Ventimiglia. Producono in Val Roja e hanno un sito curatissimo. Sono sicuro che ti possano consigliare al meglio!

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